La fiaba come morale di vita

La fiaba come morale di vita

Se una volpe può insegnare qualcosa a un Piccolo Principe figuriamoci agli uomini comuni.

 

In ogni fiaba che si rispetti esiste un personaggio che fa la parte della coscienza.
Il grillo parlante in Pinocchio, il candelabro in La Bella e la Bestia, il paguro in La Sirenetta, il tappeto volante in Aladdin, e così di seguito.
Anche qui la volpe, proprio come il grillo, rappresenta la scelta e mai imposizione davanti a cui ognuno è posto giornalmente. Proprio la libertà di decidere se accettarla o meno sta la differenza.
Allo stesso modo il Piccolo Principe è libero di addomesticare la volpe creando, apparentemente a suo svantaggio, quel legame indissolubile che poi si rivelerà il più bel regalo che la vita gli potesse dare. Legame che gli permetterà in seguito di comprendere il rapporto, a cui aveva volutamente-inconsciamente rinunciato con la sua rosa.
Possiamo così dire che la favola rappresenta il primo contatto tra il bambino e la vita pur restando al sicuro tra le mura domestiche.
Quindi è importante raccontare le favole ai bambini?
Si o forse no! Certo è che ascoltare le favole stimola nel bambino soprattutto in tenera età 2/3 anni lo sviluppo del pensiero narrativo ma non solo. Infatti ad esso segue, soprattutto verso i 6 anni quando il bambino comincia a leggere autonomamente, lo sviluppo anche del pensiero razionale e del pensiero fantastico.
In questo modo, attraverso l’ascolto della fiaba, il bambino impara a distinguere la realtà dalla fantasia e il concetto di causa-effetto e la loro stretta relazione.
Le fiabe permetto, inoltre, lo sviluppo della capacità alla socializzazione e alla moralità intese come valore di convivenza sociale.
Per ciò che concerne lo sviluppo emotivo e affettivo del bambino, il potere della fiaba è davvero notevole dal momento che, attraverso le favole, i bambini possono andare alla scoperta del proprio mondo emotivo. In questo modo, riescono ad entrare in contatto con le emozioni più profonde, imparano a riconoscerle, a nominarle ma soprattutto a dominarle.
Da non sottovalutare il grande contributo che la favola ha nel favorire l’interazione con il genitore, rendendo prezioso il tempo da condividere e alimentando la relazione; attraverso la vicinanza dell’adulto il bambino, infatti, può imparare a conoscere se stesso, nel confronto, e il mondo che lo circonda e così diventare egli stesso un adulto vero.



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